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PERCHÉ UNO SPETTACOLO TEATRALE

 

Viviamo tempi pericolosi, anni di deriva della coscienza storica, la distanza dai grandi drammi del Novecento ci rende inclini all’oblio e il sonno della ragione rischia di generare nuovi mostri del pensiero, se già non li ha generati. 
La memoria è un esercizio costante, non solo un rituale commemorativo. Il teatro, e in questo caso il teatro per burattini e attori,  è un’esperienza emozionale potente e incisiva, che trascende la dimensione intellettuale, parla ad un pubblico vasto e lo fa con la musica, le luci, i silenzi, la fisicità dei personaggi. Nel caso del nostro spettacolo la libertà del linguaggio dei burattini, unita al rigore della ricerca storica, ci consente di fare divulgazione in maniera responsabile e innovativa.

 

A CHI SI RIVOLGE

In particolare ai non esperti. Ci piacerebbe che venissero a vederci i più piccoli con i loro genitori, i ragazzi e le ragazze delle scuole medie e delle scuole superiori. Nessuno ha mai visto così, direttamente all’opera, i personaggi di questa storia. È un’occasione unica. Magari poi, guardandoli, gli spettatori sentiranno il bisogno di approfondire la conoscenza dei ribelli parmigiani, di coloro cioè che nella prima metà del Novecento, di fronte all'avanzata dei totalitarismi fascisti, non chinarono la testa.

IL TITOLO

Senza svelare troppo il copione, possiamo dire che “loro” in spagnolo vuol dire “pappagallo”. Un pappagallo, allegoria della memoria storica perché capace di ripetere parole, è presente sulla scena all'inizio e alla fine della rappresentazione. È un elemento importantissimo nella narrazione, a lui è affidata una funzione metateatrale, per una riflessione sulla memoria che coinvolge necessariamente il pubblico. Un gioco di specchi con il nostro oggi (loro, voi?). 

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