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                                   La settimana di Martino

                                            un'inutile novella del 2012

 

Martino la domenica pomeriggio camminava perché non aveva niente da fare. E mentre camminava leggeva, leggeva tutto quello che incontrava: cartelli pubblicitari, insegne luminose...una scritta bianca su un muro bruciato diceva"...non c'è nessun suono nella conchiglia del mio orecchio." August Strindberg.

Mai avrebbe pensato che questa frase sarebbe diventata il suo conto alla rovescia.

Senza curarsi troppo della cosa andò a casa del suo amico Manfredi .

I due verso le 4 di notte cucinarono uova alla Fingal.

Le uova alla Fingal sono fritte nell'aglio, e a fine cottura vengono ricoperte di un trito di basilico, peperoncino fresco e aglio.

A quel punto vanno fatte andare sino al totale sfrigolamento.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

LUNEDI'

La notte di lunedì, una chica caracola entrò nell'orecchio destro di Martino provocandogli il cortocircuito dei neurotrasmettitori. Iniziò così a fare tutto il contrario di quello che è meglio fare.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

MARTEDI'

Svegliata da un pugno che voleva esser carezza, Lena, la sua fidanzata storica, il martedì prende la storica decisione di lasciare Martino.

Tutto questo non passerà mai alla storia,

ma è essenziale in questa storia.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

MERCOLEDI'

Per un punto Martino perse la capa. Passò il mercoledì a riflettere del perchè gli inglesi chiamano "ancora viva" la natura morta. Still life.

E così perse la capa.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

GIOVEDI'

Povero Martino, per tutto il giovedì si materializzarono polipi, calamaretti e seppioline nel fondo delle sue tasche. Pensò così di andare ad esibirsi in un qualche night club, ma facendo sempre il contrario di quello che pensava, passò la giornata a sfondare con la testa le vetrine di alcuni negozi, in prevalenza pizzerie con nomi strani, ad esempio :

"La vecchia Capri", " I sette nani" eccetera eccetera.

 

 

 

 

 

VENERDI'

Probabilmente a causa delle ferite riportate, non tanto dalle craniate ma piuttosto dalle mazzate di commercianti e polizia, venerdì alle 20,17 di sera Martinò morì. Morì pensando a quella volta che il suo dito restò incastrato ad un anello troppo stretto e ci vollero lacrime e sapone per liberarsi, morì pensando a Reiner Weiner Maria Fassbinder e che avrebbe sempre voluto chiamarsi così. Morì pensando a Luigi Lucheni e alla lima con cui colpì la principessa Sissi.

Morì pensando alla sua incompletezza.

 

 

SABATO

Il funerale, costato complessivamente millesettecentosessantacinqueeuro, fu pagato interamente con i suoi risparmi.

 

 

 

 

DOMENICA

Domenica Martino resuscitò.

Non lo vide nessuno però, perchè l'apparizione avvenne in un campo di menta. C'era solo un insetto ad assistere alla scena, e Martino stava bene perchè non era legato più a niente e smise finalmente di cercare di avere qualcosa da ricordare.

Il finale fu che si lasciò andare ad un ultimo respiro e sparì, con l'insetto.

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